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Immagine del redattoreVescovo Salvatore Corrado

Pratica la Virtù


La Sua vita senza peccato è il sermone più grandioso e maestoso mai tenuto dal Salvatore: il sermone di tutta una vita. Con esso giunge a noi questo invito illuminante: “Che sorta di uomini [e di donne] dovreste essere? In verità, io vi dico: Così come sono io”.


La virtù è “integrità e eccellenza morale”. Praticare la virtù continuamente richiede uno sforzo costante accompagnato da un elenco ispirato di cose da fare. I verbi essere e fare vanno dottrinalmente di pari passo. Così come la fede senza le opere o come la carità senza il ministero, la condizione di essere senza il fare, “è per se stessa morta” (Giacomo 2:17). Allo stesso modo, il fare senza l’essere descrive coloro che Lo onorano con le labbra, ma il cuor loro è lontano da Lui (Marco 7:6). Il Salvatore condanna il fare senza l’essere come ipocrisia (vedere Matteo 23:23; Marco 7:6).

Le persone spesso scrivono degli elenchi di cose da fare e si concedono un segno di spunta dopo aver completato un’attività dell’elenco. Ma non si possono guadagnare segni di spunta con l’essere. Per esempio, quando si può marcare come completato da una lista il compito di essere genitori? Non si finisce mai di essere una madre o un padre, è lo sforzo di una vita intera.

Noi pratichiamo ogni virtù (l’essere) attraverso un elenco ispirato di azioni corrispondenti. Se voglio diventare più amorevole, quali azioni di ministero posso compiere oggi per aiutare me stesso a diventare più amorevole? Se voglio diventare più paziente, che cosa posso fare oggi per migliorare?

Quando, nella vita, ci troviamo a un bivio morale, spesso ci chiediamo: “Che cosa farebbe Gesù?”. Quando facciamo ciò che Egli farebbe, mettiamo in pratica delle virtù e diventiamo come Lui. Se andiamo “attorno facendo del bene” (Atti 10:38), come fece Lui, con ogni ulteriore buona azione cresciamo in amore e compassione, finché diventano parte della nostra natura.


La meravigliosa luminescenza delle lucciole è percettibile solo di notte. Questo piccolo, incantevole fenomeno della natura non si vede durante il giorno. È necessario un ambiente scuro affinché la luce delle lucciole diventi visibile. È il contrasto che ne rivela la luce.

Le lucciole e le stelle sono esempi naturali di come le tenebre siano indispensabili per rivelare quella luce che, in piena vista, rimarrebbe altrimenti nascosta. Poiché la Luce di Cristo è sempre presente, molti cristiani non riconoscono quelle manifestazioni quotidiane che li ispirano a praticare la virtù.

Una testimonianza delle qualità cristiane si ottiene in gran parte per contrapposizione di opposti, ossia assaporando l’amaro, affinché [sappiamo] apprezzare il bene. Se Adamo ed Eva non fossero caduti, non avrebbero avuto gioia, poiché non conoscevano l’infelicità. Tutti i fatti sono dimostrati mediante il loro contrario”.

I bambini imparano mettendo in contrapposizione gli opposti: sì/no, su/giù, sopra/sotto, grande/piccolo, caldo/freddo, veloce/lento, e così via. È la contrapposizione che permette una comprensione più chiara. Allo stesso modo, comprendere una virtù richiede uno studio del suo opposto.

Per esempio, tutti noi vogliamo essere in salute, ma la gratitudine per la salute e il desiderio di preservarla spesso sopraggiungono solo dopo che una persona ha sofferto l’opposto: malattie, infermità, infortuni. Persino il Salvatore “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebrei 5:8).

A volte si descrive meglio una virtù negandone l’opposto, come nel caso di “senza ipocrisia” e “senza frode” o di “non si lascia provocare facilmente”, e così via.

Praticare la virtù non è solo uno sforzo perenne per sviluppare qualità cristiane. È anche uno sforzo per “rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze” (Tito 2:12). Quando ci sforziamo di sviluppare una virtù cristiana, essa cresce man mano che eliminiamo il suo opposto: ci spogliamo dell’uomo naturale e siamo santificati tramite l’espiazione di Cristo.

Applicare l’effetto lucciola a un campione di qualità ci rivela la verità, il potere e la testimonianza che abbiamo di ciascuna di esse:

  • Amorevole anziché denigratorio, ostile, scortese

  • Onesto anziché disonesto, ingannevole, ipocrita

  • Misericordioso anziché vendicativo, rancoroso, sprezzante

  • Gentile anziché meschino, arrabbiato, sgarbato

  • Paziente anziché irascibile, irruente, intollerante

  • Mite anziché prepotente, presuntuoso, altezzoso

  • Pacificatore anziché litigioso, divisivo, provocatorio

Questo contrasto ci aiuta a riconoscere quanto forte sia la nostra testimonianza di ogni virtù e quante esperienze spirituali viviamo ogni giorno con la nostra coscienza. Il contrasto mette la Luce di Cristo in bella vista.


Nella dismisura, gli appetiti si corrompono e necessitano di essere controllati con giudizio, non in eccesso. Le passioni possono diventare compulsive; perciò, tenete a freno tutte le vostre passioni. I desideri possono diventare volubili ed irragionevoli, quindi siate “temperanti in ogni cosa” (1 Corinzi 9:25).


Per illustrare ulteriormente il concetto, ecco alcune virtù portate all’estremo:

  • L’eccesso di coraggio diventa arroganza.

  • La diligenza diventa sfinimento o un continuo correre a ritmi insostenibili.

  • L’eccesso di onestà diventa indelicatezza e indiscrezione. Ciò è giustificabile per i bambini, ma non per quegli adulti privi delle virtù della premurosità, della gentilezza e dell’empatia.

  • L’eccesso di frugalità diventa egoismo, avarizia e taccagneria.

  • L’eccesso di tolleranza diventa permissività, negligenza e lassismo.

  • L’eccesso di amore diventa dare vizi, essere asfissianti, e favorire l’incapacità e la troppa libertà.

Ogni virtù ha bisogno di una o più virtù complementari, di un processo divino di controllo ed equilibrio, per evitare che sfoci nell’eccesso. Proprio come la bilancia della giustizia simboleggia la necessità di equilibrio tra giustizia e misericordia, tutte le virtù hanno bisogno di essere in saggia armonia con le loro virtù complementari.

Nella Sua vita, il Salvatore, mise in pratica tutte le virtù con equilibrio perfetto. Quando le persone sentono che la loro vita non è equilibrata o si comportano in modo fanatico o estremo, sarebbe saggio che riflettessero su quali virtù siano mancanti e necessarie per ristabilire armonia nella loro vita. In caso contrario, una virtù può corrompersi e una forza può causare la nostra rovina.


Una mezza verità è fuorviante in quanto è solo parzialmente vera oppure è totalmente vera ma è solo parte dell’intera verità. Alcuni esempi di mezze verità collegate a virtù sono:

  • L’arbitrio senza la responsabilità è che “ogni uomo conquista secondo la sua forza; e qualsiasi cosa un uomo fa non è un crimine”.

  • La fede senza le opere e la misericordia senza la giustizia sono esempi di un errata concezione della salvezza e cioè:“che tutta l’umanità sarà stata salvata […]; poiché il Signore ha creato tutti gli uomini e ha pure redento tutti gli uomini: e alla fine tutti gli uomini avranno la vita eterna”.

  • Il concetto di giustizia senza misericordia è rappresentato in modo commovente nel capolavoro di Victor Hugo "I miserabili", tramite il personaggio di Javert. La giustizia è una virtù soltanto quando è moderata dalla misericordia, altrimenti diventa ingiustizia, ovvero il suo contrario.

  • Un esempio di amore e compassione senza fiducia è riscontrabile nella vita di Helen Keller (A causa di una malattia all’età di un anno, Helen Keller rimase sorda e cieca, ma divenne un’insegnante e un’autrice di successo.) I genitori avevano poche aspettative, se non nessuna, per la loro figlia sordocieca. Fu Anne Sullivan, un’insegnante per sordociechi, che introdusse la virtù complementare della fiducia e aiutò Helen a raggiungere il suo vero potenziale.

  • La tolleranza senza la verità e l’amore senza la legge sminuiscono, compromettono e corrompono le norme del Signore, comportando apostasia tramite l’autoinganno.

  • Al contrario, la legge senza l’amore e la verità senza la tolleranza erano incarnate dai Farisei e il risultato era l’apostasia causata dall’orgoglio.

  • La rettitudine senza l’inclusività (vedere Luca 15:1–7) può portare al moralismo, al pregiudizio e all’ipocrisia.

  • La fede e la speranza senza la pazienza (il Signore “vi benedice immediatamente”, tuttavia “egli mette alla prova la [vostra] pazienza”) può portare all’insicurezza e alla perdita di fede.

Ogni virtù è una mezza verità, a meno che non sia controbilanciata dalle sue virtù complementari, necessarie per un equilibrio dottrinale.


In qualità di “padre delle contese” Satana incita all’ira mettendo ingannevolmente una virtù contro l’altra secondo la mentalità del conflitto, come nel caso della giustizia rispetto alla misericordia. Eppure il Signore “consiglia […] con giustizia e con grande misericordia” (Giacobbe 4:10; corsivo dell’autore). Queste due virtù non sono opposte, bensì complementari. Per raggiungere un equilibrio perfetto è dottrinalmente più accurato e più saggio parlare di:

  • Giustizia e misericordia (anziché contrapporre alla giustizia l’ingiustizia)

  • Arbitrio e responsabilità

  • Fede e opere

  • Rispetto religioso delle alleanze (esteriore) e discepolato spirituale (interiore)

  • Uniformità e flessibilità

  • Unità e diversità

  • Lettera della legge e spirito della legge

  • Riverenza/solennità e gioia/socialità

  • Audacia e mitezza

  • Intraprendenza e discrezione

  • Disciplina e benevolenza

  • Equità per tutti e intransigenza

  • Gentilezza e fermezza

  • “[Far risplendere] la vostra luce nel cospetto degli uomini” (Matteo 5:16) e non “[aspirare] agli onori degli uomini”

  • E così via


Al cuore dei due grandi comandamenti, amare Dio e amare il nostro prossimo, vi è la virtù della carità. “Da questi due comandamenti”, disse Gesù, “dipendono tutta la legge ed i profeti” (Matteo 22:40). La carità è l’onnicomprensivo primo, grande comandamento e la sua somma grandezza è sulla base della semplice e matematica verità che l’intero è più grande di ognuna delle parti.

E qualsiasi altro comandamento si riassume in questa parola: Ama il tuo prossimo come te stesso. L’amore non fa male alcuno al prossimo; l’amore, quindi, è l’adempimento della legge” (Romani 13:9–10). L’amore è la virtù che muove l’umanità dalla legge di Mosè alla legge del Vangelo.

A motivo della natura inclusiva della carità, si potrebbe dire che tutte le altre virtù ne siano le componenti, in quanto “tollera a lungo”, “è gentile”, “non invidia” e “non si gonfia” (vedere 1 Corinzi 13:4–8).


Considerate questo esempio: una madre che dà un cucchiaio al suo bambino fornisce un interessante caso di studio sulla carità, o amore cristiano. Pensate alle tante virtù presenti in questo scenario: fiducia, amore, speranza, autosufficienza, tolleranza (per il caos e la ribellione), delicatezza, gentilezza, pazienza, calma, fermezza, persuasione, e via dicendo. La madre “non s’inasprisce, […] soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. La [sua] carità non verrà mai meno” (1 Corinzi 13:5, 7–8).

Quanto grati siamo per un amorevole Padre Celeste la cui carità è paziente e tollerante con il caos che creiamo nella nostra vita!

Non c’è da stupirsi, quindi, che le Scritture identifichino la carità come “la più grande” di tutte (1 Corinzi 13:13), “la via per eccellenza” (1 Corinzi 12:31), ciò che viene sopra ogni altra cosa (vedere 1 Pietro 4:8). In sostanza, l’invito di “[pregare] il Padre con tutta la forza del vostro cuore, per poter essere riempiti di questo amore” è un invito a pregare per tutte le virtù e a sforzarvi di trovare un equilibrio perfetto tra di esse. Senza equilibrio, anche la carità può essere portata all’estremo, come nel caso dei genitori di Helen Keller, amorevoli ma permissivi e indulgenti.


In che modo posso sviluppare le qualità cristiane?”, gli attributi cristiani sono doni di Dio, che giungono quando usi il libero arbitrio rettamente. Chiedi al Padre Celeste di benedirti con queste qualità; non puoi svilupparle senza il Suo aiuto!

Praticare la virtù con successo richiede un equilibrio tra la fede in Gesù Cristo, la preghiera e il “[fare] di buon animo tutto ciò che è in nostro potere”.

La nostra speranza di diventare come Gesù Cristo deve essere centrata in Lui: Venite a Cristo, e siate resi perfetti in Lui, e rifuggite da ogni empietà; e se […] amate Dio con tutta la vostra forza, mente e facoltà, allora la sua grazia vi sarà sufficiente, cosicché mediante la sua grazia possiate essere perfetti in Cristo”.

Possa il sermone di tutta una vita del Signore diventare la preghiera e la ricerca della nostra vita. Nel praticare la virtù continuamente, essa adornerà i nostri pensieri senza posa; allora la nostra fiducia si rafforzerà alla presenza di Dio; e la dottrina del sacerdozio si distillerà sulla nostra anima come una rugiada del cielo.


Nel nome di Gesù Cristo. Amen.


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